E dunque rieccoci nella mia seconda tappa: oggi costeggio da nord a sud il lago di Garda.
Al di là del percorso che ho scelto di fare, vedere queste montagne cadere a strapiombo sul lago è affascinante; l’uomo a volte può solo stare zitto.
Molti ciclisti in questi giorni me lo hanno detto, ma anche io prima di partire ho letto solo commenti negativi sulla Gardesana, sulle tante gallerie, sulla pericolosità di farla in bici, e soprattutto sulla ‘non bellezza’ visto il traffico e le tante gallerie. Il ‘piano B’ è proprio di fronte e me. La sera prima prendo gli orari dal tabellone presso il punto di partenza della compagnia Navigarda, e, messo in conto di dover fare colazione presto, penso che dovrei farcela a prendere il traghetto delle 8:50 che mi porterà a Toscolano, bypassando così il tratto incriminato.

Toscolano Maderno
Appena arrivata al porto mi rendo presto conto di non essere l’unica ad utilizzare la modalità traghetto + bici, perché siamo davvero in tanti a partire da Riva per scendere poi lungo diverse località del Lago.

in attesa di salire sul traghetto
Sento subito di aver fatto la scelta giusta perché mi sono rilassata come non mi accadeva da tempo. Tra l’altro in questo modo ho avuto opportunità di avvicinarmi e vedere anche le località che erano sulla sponda opposta a quella che avrei dovuto fare in bici; quindi piano B riuscitissimo!!
Vedo tanti campanili, e tante limonaie che si affacciano sul lago da queste località.

lago di Garda
Scendo a Toscolano, prendo un caffè al BikeCaffè (Ennesima Osteria con alloggio) e inizio a pedalare verso sud.
Il traffico è tanto. D’altronde è l’unica strada che costeggia il lago. Non oso immaginare cosa avrei incontrato nelle gallerie. Arrivo presto nei dintorni di Salò e vedo tante residenze signorili con la targa “Residenza storica della Repubblica Sociale” . In effetti, all’eleganza di queste ville si è innescata una spirale di storia italiana non troppo lusinghiera. Tutti questi palazzi sono stati sede di qualche ministero, sedi ufficiali o altra roba nel periodo dello Stato fantoccio inventato da Mussolini pur di non ammettere il suo fallimento. Come distruggere ciò che era bello.

Salo’
Salo è molto elegante, un bel lungolago, bel centro storico, ma la mia attenzione viene presto catturata da alcuni manifesti che vedo appesi, e che diventano presto decisivi. Al Museo di Salò, Musa, oltre alla mostra permanente che ripercorre la storia della città, c’è la mostra temporanea di Klimt incentrata sulle sue grafiche. E decido di andarci; è un’occasione per vedere -rivedere – dipinti che ho già visto a Vienna.
Sorvolo sull’ovvia magia del tocco di Klimt per dire che il museo di Salò merita davvero una vista. Si parte dai ritrovamenti di epoca romana nei dintorni del lago, fino al periodo napoleonico, ma soprattutto non fa sconti a nessuno nel trattare il periodo della Repubblica Sociale, e quindi quel periodo di ubriacatura fascista che ha portato alla rovina questo Paese. Dai proclami urlati dalle finestre di qualche bel palazzo si passa, dopo nemmeno qualche metro espositivo, al fallimento e alla devastazione di una guerra che era persa in partenza e che, a parte il condottiero romano de noantri e qualche altro fanatico amico suo, non voleva nessuno. Giusto monito per i tempi che viviamo: mai lasciare il paese a chi ha gli occhi spiritati e che mente, mente sempre, forse mente bene, con un bel tono di voce sicuro e maschio, ma sempre che sta mentendo.

manifesto caduta del Fascismo
Momento “Storia” di questo cicloviaggio dovuto e terminato.
Per cui parto alla ricerca di un bel posto rilassante dove mangiare un boccone e fare una bella pausa. Mi sposto leggermente dal centro città e becco un posto davvero figo, rilassante e spartano allo stesso tempo. Chiosco fronte lago con spiaggia e pinetina annessa, nemmeno nei migliori sogni di un viaggiatore!!. Ottimo per pausa merenda e riposino sotto gli alberi – il caldo c’è tutto, soprattutto nelle prime ore del pomeriggio.
Guardo chi si fa il bagno qui; penso che ognuno si adegua a quello che ha e solo per un momento sogno le acque cristalline del Salento. L’acqua è freddina- ma tanto non ho nemmeno il costume.
Mi rivesto, rifaccio armi e bagagli e riparto per le ultime ore di pedalata. Lascio il lago alle mie spalle e vado verso l’entroterra. La strada inizia a salire un bel po’. Sembra quasi un piccolo panettone quest’altura proprio accanto a Moniga. Vedo vigneti e tanti alberi di ulivo – francamente non me li aspettavo. Un bel paesaggio. Rilassante. Non c’è molto traffico, ma tanti cicloturisti come me. Molti con la e-bike. Al di là della voglia di guardare una ebike dall’alto verso il basso, mi sa che arriveremo tutti prima o poi a prendercene una. In fondo meglio che niente; meglio che essere schiavi di una macchina.
Da qui si ha un’ottima vista su tutto il lago, sulle collinette, sulle case, sulle piccole località che si affacciano sul lago.

lago di Garda
Pian piano ormai al tramonto arrivo al mio bnb. Ogni tanto una giornata come questa ci vuole.