In bicicletta nella terra degli Scaligeri

Terza tappa. lascio il lago di Garda e pedalo lungo il Mincio.

Sono da due giorni al lago di Garda e sembra un po’ di essere a Francoforte. La maggior parte sono tedeschi. Piatto tipico: la schnitzel. C’è un po’ di confusione.

Ad ogni modo oggi terza tappa very touristic, ma una volta che sono qui perché tirarsi indietro?

Lascio il b&b e invece di pedalare lungo il lago scelgo di seguire le dolci colline che si trovano nell’entroterra e arrivare a Desenzano dall’interno. Queste colline rappresentano una testimonianza del passato glaciale del nostro pianeta e un esempio di come i ghiacciai abbiano modellato il paesaggio. Apprendo che queste colline, a differenze di quelle formate dall’incontro delle placche tettoniche, sono rilievi collinari formati dall’accumulo di detriti (sassi, ghiaia, sabbia) trasportati e depositati dai ghiacciai durante le glaciazioni. In pratica, quando un ghiacciaio si ritira, lascia dietro di sé questi materiali, che possono formare colline o ammassi rocciosi, come questi. Arrivo a Desenzano ma prima passo dal negozio Cube per risolvere un problemino tecnico sorto in questi giorni. (www.biciclettaiomatto.it). Scendo quindi sul lago . Il centro di Desenzano è molto carino, a quest’ora forse un po’ ancora addormentato essendo le 10 del mattino, ma meglio cosi. Vedo il porticciolo con tante piccole barchette e giro un po’ senza meta tra le stradine acciottolate.

DESENZANO SUL GARDA

Inizio a percorrere la lunga litoranea che mi porta prima a Sirmione e poi a Peschiera sul Garda. Senza dubbio qui tutto è turistico. Sono in piena destinazione di massa (certo, di alta fascia , ma tutto perde quel fascino di natura e avventura che ho vissuto nei primi giorni del mio viaggio).

La penisola di Sirmione è visibile già da un pezzo. Questo piccolo borgo , che fa parte probabilmente più di un mondo fiabesco che di quello reale, sorge su una piccola penisola a sud del lago, con mura difensive, porto militare e torrioni attorno. Gli Scaligeri utilizzavano questo piccolo porto come sbarramento sul fiume Mincio, fortificandolo negli anni sempre di più.

SIRMIONE

Nel momento di massima espansione della Serenissima invece la fortificazione venne implementata da edifici civili, palazzi, chiese e piazze. E’ un piccolo paese su un piccolo lembo di terra, stracolmo di turisti. Ci sono frotte di turisti praticamente ovunque. Oso solo attraversare il piccolo ponticello per fare subito marcia indietro, godermi una bella granita con limone e menta per ripartire subito. Mi ricorda troppo la pessima avvenuta a Mt S. Michael in Normandia, dove , pur arrivando la mattina presto, sono fuggita via alla sola vista di eserciti di turisti venire nella mia direzione, armati di ombrelli, macchine fotografica, zainetto, e cellulare alla mano. Non è questione di località secondo me, se di nicchia o di massa, ma più di come ci percepiamo in quel posto. Si possono fare foto ai dettagli di un torrione, alle acque trasparenti, agli alberi che si muovono; e invece no, tutti nelle stesse posizioni, con lo stesso sorriso, inquadrando le stesse cose. È questione di fantasia.

CICLOVIA DEL SOLE

Riparto e vado verso Peschiera. Arrivo dal lungolago e qui mi fermo per mangiare un boccone, nemmeno a dirlo di fronte al lago, ormai una costante in questi giorni. Peschiera si fa trovare vivace, allegra, molti turisti, tantissimi in bici da chissà dove. Faccio un giro in città prima di trovare l’inizio della ciclabile che mi porterà verso Valeggio. Segnalata benissimo, accoglie camminatori, gente a spasso col cane, turisti professionisti, turisti in bici. Che bellezza. Zero rumore, zero inquinamento, zero stress.

Un viaggio in bici è quella cosa che tutti e tutte dovrebbero fare almeno una volta nella vita.

Sentire il corpo muoversi nello spazio, ascoltare il proprio battito, guardare il paesaggio scorrere lentamente, annotare colori, odori.

La ciclabile scorre veloce, piana, rilassante.

 Arrivo a Valeggio e resto davvero stupita. Questo piccolissimo borgo – in realtà sono due, Borghetto e Valeggio sul Mincio- si trova nel bel mezzo delle acque del Mincio, all’altezza di alcune piccole cascatelle. Vissuto fin dai tempi dell’età antica – è stata ritrovata una necropoli etrusca, una celtica e successivamente anche una romana –  ha visto  il suo splendore soprattutto durante il periodo longobardo, quando fu costruito il castello Scaligero e il ponte Visconteo con anche diversi mulini, alimentando il florido mercato dei bachi da seta. L’ennesimo turistificio ? E invece No! Certo i turisti ci sono, ma è tutto molto piacevole; alcuni visitano il giardino di Villa Sigurtà a pochi metri, altri passeggiano sotto il fiume, altri bevono un caffè, altri visitano la chiesetta. Direi tutto equilibrato, niente in eccesso. Tutto molto piacevole. Lingue parlate in questo frangente ? Boh ! Molteplici.

BORGHETTO SUL MINCIO

La bicicletta unisce! Davvero tanti gruppi di turisti su questa comodissima e frequentatissima ciclabile. D’altronde unisce due località bellissime, il Garda e Mantova. E quando le ciclovie funzionano l’economia, l’ambiente, i cittadini e i turisti ringraziano.

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