La mia mezza giornata a Vicenza ieri, da semi-turista-ma-non-troppo , è stata perfetta per poter avere la carica giusta per i prossimi giorni. Oggi niente bici, si gira la città a piedi.
Ho scoperto una città bella, piacevole, accogliente, vivace, turistica ma giusta.

Vicenza
Molti i riferimenti ovviamente al Palladio (mi sono ritrovata a pranzare proprio accanto la sua statua sulle scale della Basilica nemmeno a farlo volutamente). Ho scoperto che Pigafetta era di Vicenza (preso caffè allo storico Caffè Pigafetta di fronte la sua casa natale). Forse il primo ‘diario di bordo’ lo dobbiamo a lui, a quando decise di imbarcarsi nel 1519 con Magellano sulla sua Trinidad, per circumnavigare il globo. Ricordo ancora le sue parole quando ha descritto lo stretto a sud delle Americhe, che prenderà poi il nome di stretto di Magellano, parole vere, che narravano l’ignoto e la paura e che mi hanno trasportato lì in un attimo, da vero scrittore.
Ho scoperto che Neri Pozza – il fondatore di una delle mie case editrici preferite – era di Vicenza. Un bellissimo busto sul ponte di fronte la sua casa natale lo ricorda. Nato e morto a Vicenza, ha dedicato tutta la sua vita alla città, donando, alla sua morte, tantissime opere d’arte che lui e la moglie avevano collezionato a partire dalla fine degli anni cinquanta. Una bella figura, che partecipò anche alla Resistenza Vicentina.
In uscita dalla città, in alto sul colle e incastonata tra le colline vicentine e in perfetta armonia tra natura e architettura, c’è Villa La Rotonda progettata dal Palladio, uno dei più grandi architetti della storia. La villa rappresenta un’idea rivoluzionaria: realizzare un edificio ispirato ai templi dell’antichità, ma pensato per la vita dell’uomo moderno del Cinquecento. Poco distante c’è villa Valmarana ai Nani, di cui riesco a vedere il giardino antistante e le statue dei Nani, che le danno il nome, poste sul muretto che la circonda.

Neri Pozza
Prendo immediatamente la nuova ciclabile della Riviera Berica che collega la città con Noventa Vicentina, anche se la dovrò lasciare a metà percorso per deviare sulla Treviso Ostiglia. Bel paesaggio, bella ciclabile, ben segnalata, molto frequentata da ciclisti sportivi, turisti, pendolari, e camminatori, e pianeggiante anche perché risultato di attività di recupero di sedime tramviario.
Penso: ma quante ex linee ferrotranviarie diventate ciclabili ci sono in Italia? Che figata! Non solo non si abbandonano le vecchie infrastrutture al degrado e all’incuria, ma in questo modo si dà anche vita a infrastrutture nuove e più sostenibili, che non sono solo trasporto o mobilità ma alimentano anche il turismo, la conoscenza e la riscoperta del territorio.
E poi sono sempre progetti splendidamente riusciti, e i cicloturisti ringraziano!!!
Dopo poco devio per Grisignano e ripercorro a distanza di un anno la Treviso- Ostiglia, altra ferrovia recuperata a trasformata in ciclabile.
Sono attività che fanno bene al territorio prima ancora che ai cicloturisti.

Vicenza
Inizio a vedere altre persone in bicicletta, armati di tenda e borse, dirette dove sono diretta anche io..e cioè al BAM ( finalmente!!), che quest’anno si è spostato a Piazzolla sul Brenta, nel parco di Villa Contarini.
Ma questa esperienza merita un racconto a parte.
Al prossimo post, dunque ..
Stay with me !

villa Valmarana ai Nani